giovedì 29 settembre 2011

I cappellacci di Ferrara


 

Ufficialmente siamo in autunno (anche se sembra piena estate) e quindi it's zucca time ;-) Mi piace passeggiare tra le bancarelle del mercato, colorate d'autunno, con tante zucche, piccole e grandi, lunghe o rotonde, con quelle sfumature nei toni dell'arancione e verde...mi sono proprio simpatiche e poi sono tanto buone ;-)))) 
Tra le mie versioni preferite della zucca ci sono i tortelli (alla mantovana...un vero classico) e il risotto con gli amaretti, ma i migliori in assoluto rimangono i cappellacci ferraresi. 
Belli grandi e paffuti, hanno la pasta grossa, rustica, che raccoglie al meglio il loro condimento per eccellenza...il ragù!!! È proprio questo contrasto a farmi impazzire, il sapore dolce e delicato della zucca  si sposa a meraviglia con un bel ragù di carne, di quelli fatti bene, cotti lentamente e moooooolto a lungo!!! 
Sono fortunata, perché il LUI ha studiato a Ferrara e quindi li ho mangiati spessissimo, ma sono ancora più fortunata, perché il LUI li sa fare b-e-n-i-s-s-i-m-o... L'altro giorno, per rilassarsi (!!!) ha deciso di farli (con mio sommo gaudio) ed io ho deciso di dedicargli un post, per onorarlo...se lo merita, no???? E poi non sono b-e-l-l-i-s-s-i-m-i???? 


Cappellacci di zucca  (dosi per 4-5 persone, fate anche 6)

Ok, siccome gli uomini quando cucinano, di certo non pensano alla ciccia che si deposita sui fianchi, il LUI fa sempre delle porzioni abbondanti, e siccome uno tira l'altro ed é impossibile limitarsi ad una porzione piccola, vi consiglio di servirli come piatto unico, sono abbastanza sostanziosi, ma buoni buoni buoni


5 uova
400 gr di farina 00 (noi abbiamo usato quella Antigrumi di Molino Chiavazza)
1 kg di polpa di zucca (ca. 1 zucca medio-piccola)
parmigiano reggiano qb (un bel po')
pangrattato qb
noce moscata
cannella in polvere
sale&pepe

Accendete il forno a 180 gradi, preferibilmente ventilato. Tagliate la zucca a metà, ripulitela dai semi e tagliate a pezzetti (con la buccia), mettetela su una teglia foderata di carta da forno (o stagnola) quando il forno sarà caldo, infornatela e cuocetela per ca. 20 minuti (in questo modo perde gran parte dell'acqua contenuta) e lasciatela raffreddare.
Preparate la sfoglia con 4 uova e 400 gr di farina: sulla spianatoia formate una fontana con la farina con le uova in mezzo ed impastate con forza per ca. 15 minuti (il LUI ha usato la planetaria con il gancio per impastare). Lasciate riposare l'impasto per una mezz'oretta.
Questa sfoglia non deve essere sottilissima, ma molto molto elastica e ciò si ottiene impastando, quindi magari concedete qualche minuto in più a questa operazione.
Mettete la polpa della zucca in un recipiente e schiacciatela con una forchetta. Aggiungete 1 uovo, la punta di un cucchiaio di noce moscata, un pizzico di cannella, pangrattato e parmigiano qb per ottenere un composto denso (la quantità dipende un po' dalla qualità della zucca, quindi dovete regolarvi voi). Salate e pepate il composto.
Stendete la sfoglia con il matterello (meglio se quelli lunghi) su un piano infarinato (meglio se di legno), attenzione a non stenderla troppo sottile (se usate la nonna papera fermatevi al 4 o al 5). Tagliate la sfoglia in quadratoni con il lato di 5 o 6 centimetri e ponetevi al centro un cucchiaio abbondante di impasto di zucca, chiudete in quadrato in diagonale in modo da formare un triangolone e, successivamente unite le due estremità come per fare un grosso tortellone.
Lessate i cappellacci in abbondante acqua salata e conditeli con abbondante burro fuso, salvia e una puntina di noce moscata o come prevede la ricetta classica con del ragù di carne (noi li abbiamo mangiati così :-)))). Spolverate generosamente con parmigiano reggiano. 



Augurandovi un buon weekend, ne approfitto per segnalarvi due eventi in Alto Adige, sicuramente molto interessanti e ai quali intendo partecipare:
2) La festa dello speck in Val di Funes

Se siete nei paraggi, fatemi sapere!!!

E poi last but not least...avete fatto un salto su Gente del Fud???? Se non lo avete ancora fatto...FATELO IMMEDIATAMENTE ;-))))

Buon weekend! 


P.S: i cappellacci partecipano ai contest:

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martedì 27 settembre 2011

Siamo gente del fud


Cos'è gente del fud? E' un progetto meraviglioso, è un database che raccoglie le eccellenze alimentari del nostro territorio, ma è anche un social-network e una community. E' partecipazione, dedizione, tempo, orgoglio, soprattutto passione...e finalmente è on-line:

www.gentedelfud.it

Eccovi un assaggio :-)


lunedì 26 settembre 2011

Torta di ricotta con pesche & more


Buon lunedì a tutti!
Come è andato il vostro weekend? Il mio l'ho passato con gli amici, all'insegna del relax, di qualche buona bottiglia di vino, un po' di cooking e tante tante risate ;-) 
Abbiamo rispolverato vecchi ricordi ed aneddoti, davanti ad una birretta ed un bel piatto di cous cous -Veneto edition- preparato dal mio amico Alberto, appassionato di enologia e della buona cucina...anche se alle prime armi con i fornelli. Era la prima volta che  preparava il cous cous...gli ingredienti: peperoni arrostiti, radicchio trevigiano stufato e pancetta...fantasioso ed interessante! Voleva riscattare il suo piatto di battaglia più famoso (oltre l'impareggiabile toast), ovvero tonno in scatola con ventaglio di crackers ;-)))))) Dal tonno in scatola al cous cous direi che è proprio un bel salto e quindi lo promuoviamo a pieni voti  ;-)))) Bravo Albi!!!
Per quanto riguarda invece la nostra cucina, il LUI ha trafficato abbastanza, con un piatto f-a-n-t-a-s-t-i-c-o, di cui vi parlerò prossimamente, io invece ho cercato di "destrutturare" lo Strudel, il mio dolce preferito. Il risultato, a detta dei commensali era buono, ma io non ne sono ancora pienamente soddisfatta, devo meditarci su. 
Sempre in tema esperimenti, l'altro giorno ho trovato un foglietto con una ricetta trascritta dalla sottoscritta chissà quando - chissà come- chissà perchè - (per la mia memoria....tutta colpa della fuga di cervelli ;-)))) e ho deciso di farla - PUNTO

Eccola...

Torta di ricotta con pesche e more (dosi per una tortiera di 28 cm di diametro)
200 gr di ricotta vaccina fresca
140 gr di yogurt bianco (io quello alto atesino, meglio se di Vipiteno,  ovviamente ;-)))
250 gr di farina 00
75 gr di farina di mandorle
200 gr di zucchero 
3 uova
1 cucchiaino di lievito per dolci in polvere
3 pesche nettarine gialle (vi consiglio quelle di Verona, profumatissime)
1 cestino di more
1 cucchiaio di marmellata di pesche
1-2 cucchiai di acqua

Lavorate la ricotta con lo zucchero (io nella planetaria con il gancio a foglia), poi aggiungete in ordine le uova, la farina di mandorle e lo yogurt, continuate a mescolare quando gli ingredienti si saranno amalgamati bene, aggiungete la farina setacciata e il lievito. Mescolate ancora fino ad ottenere una massa omogenea ed infine aggiungete metà delle more. 
Versate il composto in una tortiera imburrata ed infarinata. Lavate le pesche e tagliatele a fettine e disponetele a raggiera sulla torta, insieme alle more rimaste. Cuocete in forno statico, preventivamente riscaldato a 180 gradi per 40 minuti ca. - io l'ho cotta un po' troppo :-( - comunque fate la prova stecchino!
Sciogliete in un pentolino la marmellata con l'acqua e spennellateci la torta in superficie. Lasciate raffreddare e servite con un bel ciuffo di panna montata.





venerdì 23 settembre 2011

Bye Bye estate


Non sentite anche voi nell'aria l'autunno che arriva? Le giornate si sono fatte più corte e le temperature sono più miti, soprattutto la sera. La scuola è ricominciata ed in men che non si dica gli alberi si vestiranno dei colori autunnali, di foglie gialle e rosse, e le castagne rotoleranno per terra sui viali alberati. Penso che l'autunno sia la mia stagione preferita, un po' per i suoi colori caldi, un po' perché per me è una stagione riflessiva e calma...mi invoglia a stare a casa la sera, a leggere un libro,  a bere una tazza di te caldo, mi ispira quiete. 
Ammetto che ho voglia di autunno e soprattutto di quiete, ma mi godo gli ultimi giorni estivi, preparando le ultime conserve, facendomi baciare dai raggi solari e mangiando i cibi dell'estate, prima di salutarli definitivamente ;-) E a tal proposito vi presento il mio piatto di spaghetti "estate 2011", visto che l'ho fatto parecchie volte negli ultimi mesi (insieme al pesto ed alla crudaiola)...buoni buoni buoni e veloci veloci veloci! 

Buon weeked! A lunedì!

Spaghetti acciughe, pangrattato e pinoli (dosi per 2)
160 gr di spaghetti (Garofalo per noi)
5-6 acciughe sott'olio
1 cucchiaio scarso di pan grattato
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d'aglio
olio EVO
prezzemolo fresco
sale 

Tostate i pinoli ed il pan grattato e teneteli da parte. Fate soffriggere lo spicchio d'aglio nell'olio, in modo che lo insaporisca, aggiungete le acciughe e fate sciogliere a fuoco molto lento. Togliete dal fuoco e tenete da parte. Lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolateli, tenendo da parte un mestolo di acqua di cottura. Conditeli con le acciughe, un filo d'olio ed eventualmente un po' di acqua di cottura se dovessero risultare un po' asciutti e cospargeteli con il pan grattato e i pinoli tostati ed una manciata di prezzemolo fresco. 

martedì 20 settembre 2011

Non è farina del mio sacco, ma è buona lo stesso

Questa ricetta l'ho adocchiata molto prima di creare il blog...mi ha sempre ispirato e tra tutte quelle del suo blog é quella che mi è più simpatica, sarà che sono attirata dalle cose sofficiose e mollicose (vedi post precedente) o che mi piacciono i dolci non dolci...e siccome questo weekend sono stata presa da un attacco di astinenza da lievitati, mi sono sbizzarrita. 
I lievitati sono l'ideale quando devi stare a casa a lavorare -weekend compresi- ma vuoi comunque combinare qualcosa in cucina. Infatti tra un riposo e l'altro si possono fare molte cose e siccome io di lievitati domenica ne ho fatti più di uno (è già in caso di astinenza, un lievitato soltanto non è assolutamente sufficiente!!!) e sono pur sempre un'ingegnera, mi sono "divertita" a studiare ed incastrare i tempi secondo un certo "algoritmo" (ok, l'inge che è in me ha preso il sopravvento ;-))) che mi ha permesso di passare l'aspirapolvere/programmare in Matlab per la tesi/andare a fare la spesa/controllare i risultati del programma per la tesi e notare che non sono ottimali/preparare il pranzo/incazzarmi perché mi si è impallato il mac (causa tesi)/lavare i piatti/peparare il caffè e dedicare un po' di tempo anche al LUI, che si gode il MotoGP divanato (ha avuto la febbre poverino!!)/risolvere problema tesi/creare nuovo problema tesi/stirare una montagna di panni/risolvere altro problema tesi/pulire il bagno/incazzarmi ancora perché mi si è impallato di nuovo il mac/fare e stendere 3 lavatrici/faccialibrare per avere almeno un po' di social life/mettere a posto le foto del battesimo della mia figlioccia con fotosciop/togliere le foglie morte alle piante/spolverare/preparare la cena/scrivere il post per il blog/ecc./ecc./ecc.
Insomma tutta sta tiritera per dirvi che, lievitati a parte, è stato un weekend così cosà...di certo avrei preferito passarlo a TASTE OF MILANO (avevo pure vinto 2 biglietti con il gioco CONTASTE...grrrrr!!!) o a CHEESE. Ma dato che prima viene il dovere e poi il piacere, è stato giusto così! 


Tornando alla ricetta...una cosa è sicura, quelle che sono uscite dal mio forno sono le briochine più leggere, soffici e appaganti che io abbia mai mangiato ;-) Diventerà sicuramente un classico di casa mia...d'altronde questa volta la ricetta l'ho seguita alla lettera, senza pasticciare neanche un po' (brava eh??? :-)))) e non ce ne è stato e non ce ne  sarà mai bisogno, perché il risultato è p-e-r-f-e-t-t-o. Se non l'avete mai provata, fatelo, la trovate sia qui che qui...io ve la riporto per comodità, ma preciso nuovamente che non è farina del mio sacco ;-)))))


Brioche allo yogurt (la ricetta originale è di Adriano)
250 gr di farina manitoba
250 gr di farina 0
100 gr latte
150 gr yogurt magro (io ovviamente quello di Vipiteno ;-))
2 uova + 1 tuorlo
100 gr zucchero
60 gr burro fuso
1 cucchiaio miele
12 gr lievito fresco
7 gr sale
2 cucchiai di rum
Zeste grattugiate di 1 arancia
Albume per pennellare


1) Sciogliamo 1 cucchiaino di miele, il lievito e metà delle zeste nel latte intiepidito,  uniamo 90gr di farina, mescoliamo e mettiamo al caldo fino a che gonfia (ca. 90 min).
2) Mescoliamo il resto delle zeste allo yogurt.
3) Prendiamo la planetaria, uniamo le uova, il tuorlo, metà dello zucchero e tanta farina quanta ne basta per incordare con la foglia. Aggiungiamo lo yogurt in 3 volte , insieme al resto dello zucchero e della farina, che inseriremo gradualmente.
Il miele andrà aggiunto in ultimo, insieme al sale, prima del burro, che va inserito lentamente. Incordiamo, dopodichè aggiungiamo il rum a filo ed impastiamo ancora qualche minuto.
4) Montiamo il gancio ed impastiamo a vel. 1-2, capovolgendo un paio di volte, fino a che non otterremo una massa lucida, elastica e ben legata.
5) Copriamo e trasferiamo a 26 gradi, fino al raddoppio (ca 90 min).
6) Rovesciamo sulla spianatoia infarinata, diamo un giro di pieghe del tipo 2, senza stringere e copriamo a campana. Dopo 15 min porzioniamo in pezzi da 70 gr e avvolgiamo formiamo come più ci piace (io ho fatto delle girelle intrecciate, un po' a casaccio :-P). 
7) Lucidiamo con l'albume e lasciamo raddoppiare.
8) Lucidiamo ancora con l'albume, cospargiamo con granella di zucchero e inforniamo in forno ventilato a 170 gradi per 12 minuti ca. 

Le dosi sono per ca. 18-20 pezzi. Io ne ho cotti solo alcuni e gli altri li ho congelati subito dopo averli formati (mi sono fermata al punto 6). All'occorrenza, li tiro fuori dal freezer la sera, così al mattino sono pronti per essere lucidati, infornati e soprattutto mangiati!!!! ;-)


Per formare l'impasto vi suggerisco (sempre tramite Anice&Cannella) questo link, ce ne sono alcune veramente belle. Altrimenti potete formare delle semplici palline e intagliarle sui lati con le forbici o fare come me (sconsigliato ;-P) ed inventarvi delle forme non ben definite!!!!
Vi auguro una buonissima giornata!

domenica 18 settembre 2011

pane feta & mele



Definirmi "panghiotta" è poco...semplicemente adoro il pane. Per motivi di linea ahimè mi tocca rinunciarci, ma mi risulta davvero molto moooolto difficile. Se me lo trovo davanti poi, (quasi) impossibile. Mi piace tutto, non ho grandi preferenze, anche se prediligo il pane soffice, "mollicoso" e il pane nero, integrale. E diciamo che per quest'ultimo l'Alto Adige non lo batte nessuno. Abbiamo una varietà di pane ai cereali e nero veramente vasta...siete mai entrati in un panificio alto atesino? Vi consiglio quest'esperienza. 
Qui a Padova, ovviamente il "mio pane" faccio fatica a trovarlo, ma ogni tanto lo trovo...non perché i panettieri patavini sfornano pagnotte di segale e Laugenbrote, ma perché il LUI ha scovato un panificio che ogni giorno fa arrivare il pane dalla Val Pusteria (!!!!). Figo, eh??? Comunque anche il pane padovano é buonissimo, ma ogni tanto scatta la nostalgia...e quindi un giretto al "panificio gemellato" ci sta :-)))))
Ogni tanto poi, scatta anche al voglia di pane fatto in casa e a tal proposito qualche mese fa ho regalato al LUI  (regalo disinteressatissimo ;-)))) un libro sul pane altoatesino che vi consiglio caldamente, se siete amanti del genere. Si chiama "IL PANE DELLE DOLOMITI" di Richard Ploner, ben fatto e ben scritto, buoni i consigli e alcune ricette sono delle vere chiccherie, come il pane ai fiori di sambuco, che la prossima primavera proverò sicuramente. 
Rubato il libro al LUI e complice il tempo uggioso di ieri (secondo voi, è solo una coincidenza che ormai accendo il forno soltanto durante i weekend, meglio se uggiosi o plumbei?), ho attivato i miei neuroni, ho spolverato l'impastatrice e ho deciso di fare del pane di segale. Ho chiesto qualche consiglio al LUI (e soprattutto il permesso di usare il suo nuovo esperimento, ovvero il lievito madre di segale) e poi ovviamente ho preso una ricetta e l'ho stravolta ;-)))) 
La ricetta di base è quella del pane nero con pasta acida, ma io ho cambiato le dosi e alcuni ingredienti (e non chiedetemi il perché, mi andava e basta) e ci ho aggiunto la feta (si avete capito bene!!!) e le mele. È che in realtà volevo fare sia il pane di segale, che quello con le mele che quello al formaggio di capra. Siccome quest'ultimo non ce l'avevo, ma la feta sì (pecora & capra) e non sapevo decidermi, ho messo tutto insieme...che pensavate, questo blog non si chiama pasticci - più o meno - gourmet mica per niente ;-)

Pane nero con feta & mele (dosi per ca. 6-8 panini)
la sera prima:
125 gr di farina di segale integrale
125 gr di acqua (senza cloro) a ca. 50 gradi

il giorno dopo:
50 gr di farina di frumento integrale
75 gr di farina di tipo 0
12 gr di lievito 
1 cucchiaino di zucchero
25 gr di acqua tiepida
250 gr di pasta madre di segale (o di frumento)
7 gr di sale
1 cucchiaino di malto
100 gr di feta
1 mela

la sera prima:
1) Versate l'acqua a 50 gradi sulla farina integrale di segale, coprire e lasciare riposare per almeno 12 ore in un luogo caldo.

il giorno dopo:
2) Versate la farina nel recipiente della planetaria e formate una cavità nel mezzo. Sciogliete nell'acqua il lievito con lo zucchero, mescolate bene e versatelo nella cavità della farina. Lasciate lievitare per 20 minuti.
3) Spargete il sale ai bordi sulla farina, aggiungete la pasta madre, il malto, la feta sbriciolata, la mela tagliata a pezzetti piccoli e lavorate l'impasto con il gancio per impastare per almeno 10 minuti, fino ad ottenere una massa liscia e morbida. 
4) Cospargete leggermente di farina l'impasto, copritelo con della pellicola trasparente e lasciate lievitare in luogo caldo fino al raddoppio (ca. 40 minuti)
5) Mettete l'impasto sul piano di lavoro infarinato, dividetelo in 6-8 parti e formate dei panini arrotondati. 
6) Disponete i panini su una leccarda rivestita con carta da forno e lasciate lievitare per altri 40 minuti. 
7) Preriscaldate il forno a 200 gradi e 5 minuti prima di infornare inserite una teglia con dell'acqua, in modo da umidificare l'ambiente. Cuocete in forno ventilato per ca. 20-25 minuti. 

La feta dona al pane un sapore interessante, penetrante e salato, in ottimo contrasto con il dolce della mela. La crosta è croccante e la mollica soffice e densa. Ottimo tagliato a fette, magari tostato, spalmato di burro o come accompagnamento ad un piatto di salumi affumicati...sono veramente fiera del risultato...altro che pasticcio ;-)
Per quanto riguarda la pasta madre di segale, il LUI DOCET:
Ve la consiglio vivamente per il pane integrale o ai cereali in generale, permette una lievitazione migliore delle farine integrali e il pane ne guadagna in sofficità. Ha un PH più acido rispetto al lievito madre di frumento (ca. PH 5  contro  ca. PH 4  del grano) e conferisce particolari caratteristiche di grana e tessitura della mollica, di colorazione della crosta e di aroma. È molto veloce da produrre e si mantiene sotto forma di pastella
Le proprietà della segale sono molto diverse rispetto a quelle del grano. Negli impasti di segale la componente che permette la crescita non è il glutine (comunque presente) ma un carboidrato viscoso chiamato pentosano che fa crescere l'impasto solo in presenza di un ambiente acido. L'acidità riduce o inibisce l'azione dell'amilasi (enzima che scompone gli amidi in zuccheri e carboidrati più semplici) e della proteasi (enzima che distrugge parte delle proteine, tra cui parte del glutine). I pentosani sono importanti per legare e mantenere l'acqua durante la preparazione della pasta e nel processo di cottura. I prodotti da forno a base di segale si distinguono per la pasta più scura, dura e aromatica. La mollica è più fitta con meno pori, pertanto è meno aerata rispetto al pane di frumento.



P.S: con questa ricetta partecipiamo al contest di Mamma Papera e di Pentole di Cristallo.
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giovedì 15 settembre 2011

MTC di settembre? Macedonia????


Macedoniaaaaaa???? Immaginatemi con gli occhi fuori dalle orbite, tipo lo scoiattolino Scrat de l'Era Glaciale ;-) E chi è il genio malefico (ovviamente detto con simpatia ;-))) che si è inventato sto MTC??? La dolcissima Fabiana dalle manine d'oro e maestra del taglio e intaglio da far morire d'invidia un vero maestro giapponese (ho imparato un sacco di cose durante l'MTC di giugno ;-))))

Purtroppo le mie manine invece sono un po' di pappa e quindi la sfida di questo mese potrebbe crearmi difficoltà...non fraintendetemi sono brava ad affettare e tagliare a cubetti, anzi anche abbastanza veloce, ma quando si tratta di lavorare di fino, di formare fiorellini o intagliare...NON HO PAZIENZA!!! Purtroppo la pazienza non fa parte del mio armamentario di pregi ;-) e quindi...accontentatevi di ciò che vi proporrò! E poi sono sicura che ci penseranno le mie talentuosissime colleghe a stupirvi con origiami fruttosi! Tuttavia, sono armata di cocciutaggine e sicuramente di ostinazione e quindi per forza di cose non potevo fare una "semplice" (ma neanche tanto appunto) macedonia...un minimo di stravolgimento ce vò, o no? Siccome tagliare dovevo tagliare, mi sono cimentata nell'arte del taglio sottile sottile, arte comunque difficile da praticare (ok, della serie confessions in a kitchen...ho usato la mandolina :-P, ma l'ho usata bene e quindi diciamo che la tecnica c'é tutta, o no??? Vi prego, abbiate pietà di me :-)))) Almeno tre frutti ci sono (io ne ho usati addirittura 5, anzi 6 contando le mandorle ;-), il condimento c'è, l'accompagnamento pure, si mangia col cucchiaio...e quindi ci sta che questa sia una macedonia, o meglio un millefoglie di macedonia!!!! Ad essere sincera però non è tutta farina del mio sacco, anche qui c'è lo zampino del mio LUI, attivo contribuente di idee per questo blog...grazie mille Claudio (altrimenti si arrabbia!) ;-)





Millefoglie di macedonia con crema di banana e fiori di sambuco (dosi per 3-4)
frutta per il millefoglie: mela, pesca noce, susina, arancia, uva
mandorle in scaglie qb
1 banana
succo di 1 limone
sciroppo ai fiori di sambuco qb 
zucchero di canna qb
1 spruzzo di panna fresca (ca. 50 ml)
50 gr di formaggio philadelphia
cannella qb

Lavare bene la frutta. Tagliare mela, pesca noce, susina e arancia con la mandolina (o a mano, se siete bravissime/i) in modo da ricavare delle fette sottili che metterete a macerare con il succo di limone e lo zucchero di canna. Lasciate macerare in frigo per 1 oretta ca, in modo che la frutta si ammorbidisca bene. 
Nel frattempo preparate la crema di accompagnamento: Sbucciate la banana e riducetela a purea con uno schiacciapatate o con il mixer ad immersione, amalgamate philadelphia e panna e montate con le fruste, aggiungete la banana e lo sciroppo ai fiori di sambuco (io ne ho messo ca. 2 cucchiai). Ponete in frigo. Trascorso il tempo di riposo, scolate la frutta delicatamente, tenendo pero' da parte il succo di macerazione e formate una torretta alternando i vari frutti e tra ogni strato versate un po' del succo di macerazione, come fareste con un millefoglie, solo che qui la sfoglia è la frutta e la crema è il succo di macerazione (FANTASIOSO è??? ;-))). Irrorate i millefoglie con la crema di banana e fiori di sambuco, cospargete con della cannella e le mandorle a scaglie e decorate con un acino d'uva...et voilà ;-)


Ovviamente con questa cosa qui partecipo al MT-Challenge di questo mese ;-))))
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P.S: Ringrazio tanto Laura di Pentole di cristallo per avermi spedito cosi velocemente il mio premio...il piatto bellissimo in foto ;-) Grazie ancora!!!

venerdì 9 settembre 2011

Grano vongole e curry

Oggi vi faccio un saluto veloce, torno tra i miei monti per il weekend e devo ancora fare mille cose...tra le quali forse anche un salto al Macef (se riesco!!!) ;-)
Dopo il temporale di domenica, il clima è tornato estivo e quindi ho abbandonato le mie bramosie autunnali e sono tornata sulla retta via...ho deciso di godermi ancora questi 14 giorni di estate  e quindi il  menù si è dovuto adeguare...insalate, piatti freddi, tanta frutta, qualche pesciotto,  fruttini di mare e molluschini ;-) Oggi tocca alle vongole, che ho utilizzato per questo insolito piatto...abbinate al curry! Lo sapevate che in realtà la miscela di spezie, di origine indiana, che noi chiamiamo curry, si chiama masala? La parola curry é stata erroneamente adottata dai britannici arrivati in India per indicare la mistura di spezie, ma in realtà il termine indica una varietà di piatti della cucina del Sud Asiatico ;-) (fonte wikipedia!) 


Grano vongole e curry (dosi per 2)
160 gr di grano
4-5 manciate di vongole fresche
1 zucchina
1 cucchiaino di curry (correttamente dovrei chiamarlo masala, ma è più forte di me :-P)
1 spicchio d'aglio
mezza cipolla
mezzo bicchiere di vino bianco
brodetto di pesce qb
sale&pepe
olio EVO


Per prima cosa pulite le vongole, facendole spurgare bene in modo che non vi siano residui di sabbia. Mettetele poi in un tegame con un filo d'olio e lo spicchio d'aglio e fatele aprire. Scartate le valve che non si sono aperte, filtrate il liquido che si sarà formato attraverso un colino fitto e tenete tutto da parte. Tritate la cipolla finemente, fatela appassire in 2 cucchiai di olio EVO. Pelate la buccia della zucchina formando dei nastri sottili (io ho un arnese apposito...ma non so come si chiama ;-)))) e fatele saltare insieme alla cipolla. Aggiungete il grano, fate tostare per 2 minuti, aggiungete il curry e sfumate con il vino bianco. Appena evapora il vino, portate il grano a cottura aggiungendo man mano il fumetto di pesce caldo. A 3-4 minuti dal termine della cottura, aggiungete le vongole e il loro liquido. 

Buon weekend!!!

lunedì 5 settembre 2011

Polpettone all'uva


Ieri, se non fosse stato per la temperatura esterna, sembrava di essere in autunno...una di quelle tipiche domeniche di novembre: grigia ed uggiosa - a tratti diluviosa! Siamo rimasti in casa, visto il tempo, in più dovevo lavorare un po' alla tesi e il LUI tanto era incollato al MotoGP (ha pure la passione per le motorette ;-))! Siccome chiusi in casa con l'aria condizionata sembra VERAMENTE di essere a novembre, ho fatto il polpettone...che non chiedetemi per quale arcano motivo, io considero un piatto appartenente esclusivamente alla collezione autunno/inverno della mia cucina...e quindi se lo faccio, vuol dire che sono pronta per la stagione fredda!!!
Secondo me il polpettone andrebbe rivalutato...viene un po' snobbato perché super semplice, ma aggiungendo gli ingredienti giusti può diventare qualcosa di speciale...provate ad esempio il suo...molto chic! Anche il mio però ha un qualcosa che lo rende sfizioso, meno rustico, o no? Poi secondo me l'arancione delle carote e il verde dell'uva lo rendono ancora più carino, non trovate??? Ok, ok, la smetto...in effetti non stiamo parlando di un cappotto o di un paio di scarpe della collezione A/I 2012 di qualche stilista, ma pur sempre di un  polpettone ;-)  BUON LUNEDÌ A TUTTI!!!


Polpettone all'uva (dosi per 2-3 persone)
400 gr di macinato sceltissimo di manzo
1 patata media
50 gr di pane bianco
15 acini d'uva
1 uovo
2-3 cucchiai di parmigiano reggiano
1 spicchio d'aglio
1 bicchiere di brodo (di carne o vegetale)
1 cucchiaio di pinoli
3-4 carote
2-3 foglie d'alloro
2-3 rametti di rosmarino
prezzemolo qb
latte qb (per amollare il pane)
farina qb
olio EVO
1 noce di burro
sale&pepe

1) Cuocete la patata a vapore (o lessatela) e schiacciatela con una forchetta. Ammollate il pane nel latte. 
2) Mettete la carne, la patata schiacciata, il pane, il formaggio, lo spicchio d'aglio spremuto e i pinoli nel mixer e tritate tutto in modo da amalgamare bene tutti gli ingredienti (potete anche mescolare tutto con le mani o una forchetta). Salate e pepate il composto.
3) Aggiungete l'uovo sbattuto e mescolate bene. Disponete il composto sul piano infarinato e appiattitelo al centro in modo da formare una conca. Lavate gli acini d'uva, prendetene 5 e tagliateli a metà, privandoli dei semini interni. Disponete gli acini in fila nella conca e ricoprite con il composto in modo da formare il polpettone. Passatelo nella farina su tutti i lati. 
5) Scaldate in un tegame/teglia/padella/cocotte adatta anche al forno un po' d'olio e la noce di burro e fate rosolare il polpettone su tutti i lati, girandolo delicatamente.
6) Pelate le carote e tagliatele a pezzetti, aggiungetele al polpettone insieme all'alloro e al rosmarino, sfumate con il brodo e infornate in forno preriscaldato a 180 gradi per 40 minuti.
7) Ogni tanto bagnate la parte superiore del polpettone con il liquido di cottura, in modo che non si secchi troppo e aggiungete un po' d'acqua se necessario.
8) Dopo 30 minuti, aggiungete i restanti acini d'uva e terminate la cottura. Servite il polpettone tagliato a fette.


Questo polpettone mi ha proprio salvato la domenica, poi è facile e veloce da preparare (10 minuti escludendo la cottura in forno, che tanto appunto la fa il forno ;-)), lo si può preparare in anticipo e anche congelarlo intero, scongelarlo e scaldarlo poi in forno...un vero 'piatto di salvataggio'!!! 

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sabato 3 settembre 2011

Pflaumenkuchen integrale


E finalmente, dopo una lunga assenza da questo schermo, torna il...dolce e aggiungerei pure ampiamente documentato!!! Ho optato per il Pflaumenkuchen, la torta di prugne...uno di quei dolci che conforta (rientra nella mia top ten dei comfortfood)! L'ho preparato ieri per la colazione del weekend...ma poi me ne sono subito pappata una fetta, ancora tiepida...insomma la cuoca deve pur assaggiare o no??? E poi come si fa a resistere al profumo di prugne e cannella...


...e ad un impasto soffice e profumato? 
Infatti ieri sera mi sono trovata con mia sorella a Verona per vedere la Bohème all'Arena (una rappresentazione bellissima e molto emozionante, tanto da strapparmi due lacrimucce e procurarmi un bel po' di pelle d'oca...secondo me sarebbe piaciuta molto anche a Giacomo Puccini!) e ho pensato di portarle qualche fetta di Kuchen da assaggiare...cuore di sorella!!! Lasciamo stare che la sorellina una fetta se l'è divorata subito, in mezzo alla strada, in via Mazzini, versione piccolo avvoltoio che non mangia da settimane, con le dita tutte zozze e appiccicose - della serie machemenefregaame, tanto c'è la fontanella -  con tanto di occhi chiusi durante la masticazione e poi se ne è pappata pure un'altra tra il secondo e il terzo atto della suddetta opera, attirando le invidie dei circostanti...dai, almeno da mooooooooolta soddisfazione ;-)
Anche il LUI, devo dire,  ha apprezzato, nonostante consideri le prugne dei fruttini insulsi atti a favorire il transito intestinale (e quindi ci sta lontano ;-)). Pensate che mi ha pure fatto i complimenti per l'impasto (e per lui, che ne è il re, è un complimento serio (!)...Grazie LUI!)  
L'impasto per questa torta è un po' particolare (niente di trascendentale, intendiamoci), contiene pochissimo burro, ma è tuttavia molto soffice grazie alla presenza del lievito. Io l'ho leggermente modificato (te pareva...) rispetto alla versione classica, rendendolo un pochino integrale ;-)...ci ho pensato l'altra notte e mi stuzzicava l'idea di abbinare la farina integrale alle prugne e alla cannella. In Alto Adige usiamo moltissimo la farina integrale, soprattutto per il pane, ma anche nella preparazione di dolci e pasta...a e quindi mi è venuta voglia di integralizzare un po' di cosucce...iniziamo con questa torta!  E così riaccendo ufficialmente il mio forno padovano. Integralizzate un po' con me????






Torta di prugne integrale (Vollkorn-Pflaumenkuchen)

per l'impasto:
250 gr di farina 00 (ho usato quella Molino Chiavazza)
100 gr di farina integrale (sempre Molino Chiavazza)
125 ml di latte 
60 gr di burro
25 gr di lievito di birra
60 gr di zucchero di canna
80 gr di zucchero a velo vanigliato
1 uovo
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di cannella

per la copertura:
1 kg di prugne
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di cannella
zucchero a velo qb

facoltativo:
marmellata di albicocche diluita con un po' d'acqua per lucidare - io non l'ho fatto, perché qui a casa dura al massimo 2 giorni - ma questo vi permette di conservare la torta un po' più a lungo

procedimento:
1) Versare le farine in una ciotola, mescolatele bene e formate una fontana al centro (se per impastare utilizzate la planetaria, usate la sua ciotola). Sciogliete il lievito nel latte tiepido (mi raccomando!!!) e versate il liquido nella fontana. Cospargete con un po' di farina, coprite con un canovaccio pulito e lasciate riposare per 20-30 minuti in luogo caldo. 
2) Nel frattempo lavate ed asciugate le prugne, tagliatele a metà, snocciolatele e tagliatele a fettine. Cospargete le prugne con i 3 cucchiai di zucchero e la cannella e lasciate macerare.
3) Sciogliete il burro, fatelo intiepidire e unitelo alle farine insieme all'uovo, allo zucchero di canna, quello vanigliato, al pizzico di sale (unite zucchero e sale dopo il burro e l'uovo, in modo che l'impasto sia leggermente idratato) e al cucchiaino di cannella. 
4) Impastate bene il tutto (se usate la planetaria iniziate con il gancio a foglia e impiegate poi il gancio per impasto) fino ad ottenere una pasta liscia ed elastica, arrotondatela, cospargetela con un velo di farina, copritela nuovamente e fatela riposare per 20 minuti. 
5) Scaldate il forno a 180 gradi (statico!).
6) Stendete la pasta su una superficie infarinata ad uno spessore di ca. mezzo cm (prestate molta attenzione quando la stendete, fatelo delicatamente, in modo che i gas prodotti dalla lievitazione non fuoriescano e la pasta non si sgonfi troppo...io vi consiglio di stenderla con le mani e fatelo mooooolto dolcemente!) 
7) Rivestite una teglia rettangolare (io ho usato una di ca. 28x35 cm) con della carta da forno bagnata e modellate la pasta in modo che ricopra il fondo della teglia e rialzatene un po' i bordi. Disponete le prugne, coprendo tutto l'impasto e versateci sopra il succo rilasciato durante la macerazione. Mi raccomando, non tenete l'impasto troppo alto (mezzo cm, massimo 1 cm), perché tende a seccarsi (poi lievita leggermente durante la cottura). Il succo di macerazione delle prugne fa si che l'impasto rimanga umido e morbido ed é quindi importante che possa penetrare. Se é troppo spesso, si secca sul fondo, essendoci anche poco burro. 
8) Fate riposare la torta per altri 20 minuti, cospargetela con dello zucchero a velo e cuocete in forno per ca. 20-30 minuti (fate la classica prova dello stecchino). Spolverate con dello zucchero a velo. 

facoltativo: 
Diluite qualche cucchiaio di marmellata di albicocche con un po' di acqua e spennellateci la torta ancora calda. 


suggerimento:
Servite la torta con un ciuffo di panna montata o se siete amanti dell'acidino come me con una quenelle di yogurt greco non zuccherato o della crème fraîche.
P.S: Comunque è buona pure tagliata a quadrettini piccoli e inzuppata nel latte della colazione...provare per credere! ;-)


Buon weekend, 
Anny


Questa ricetta partecipa ai contest:
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