venerdì 22 luglio 2011

Orata all'acqua pazza


Avete anche voi una voglia matta/bisogno disperato di una vacanza? 
Ormai ho la testa verso le mie vacanze calafricane (mi piace chiamare la  Calabria Calafrica...ovviamente nome coniato dal mio simpaticissimo lui!)...spiaggia, sole, mare, un bel romanzo, occhiali da sole e tanto tanto ozio per me...ombrellone, ombra, la settimana enigmistica, qualche saggio sull'economia e l'attrezzatura-per-diventare-un-pesce per lui!!! Vi ho parlato della super-attrezzatura-marina che si è comprato? No???? Ve la faccio breve...ma ne vale la pena: partiamo dai super-tecnici guanti da piede (per citarlo: cit. "ma guarda che hanno la suola sai??? le usano anche per correre!!!")  con i quali vuole superare l'ostacolo dei sassolini sul bagnasciuga (cit. "ridi, ridi...ride bene chi ride ultimo!!!")...passando per un boccaglio lunghissimo e degli occhialini che vedono tutto (praticamente a raggi X)...per arrivare ai paddle (per noi comuni mortali delle piccole pinne per le mani) e le super pinne bio-qualcosa che lo trasformeranno in uno squalo! Io mi sono fatta convincere e ho preso le pinne anch'io (sono molto carine e leggere), ma solo quelle...quindi al massimo posso considerarmi un pesce rosso ;-)!!! Come potete constatare, il mood marino ha ormai preso il sopravvento...e quindi oggi...PESCEEEEE!!!

P.S: Avete notato che ultimamente le mie ricette/foto sono molto pomodorinose??? Pachini da per tutto!!! ;-)  

Orata all'acqua pazza (dosi per 2)
4 filetti di orata (o 1 orata desquamata ed eviscerata)-400-500 gr di peso ca.
2 spicchi di aglio
1 scalogno
prezzemolo fresco qb
200 gr di pomodorini ciliegini o pachino
1 bicchiere con 2 dita di acqua e 2 dita di vino bianco
olio EVO
sale
pepe

Cospargete il fondo di una padella o un tegame di olio EVO, insaporite con gli spicchi di aglio e rosolate i filetti di orata dalla parte senza pelle. Affettate lo scalogno sottilmente e tagliate i pomodorini in quarti. Aggiungeteli all'orata, insieme al bicchiere di acqua e vino, fate evaporare l'alcol a fiamma vivace e poi coprite con un coperchio e portate a cottura (ca. 10 minuti) girando i filetti a metà cottura. Cospargete con un trito di prezzemolo, salate e pepate. Io li ho serviti con delle zucchine gialle saltate in padella.

Se usate l'orata intera, farcite la pancia con uno spicchio d'aglio e qualche ciuffo di prezzemolo e prolungate la cottura di 5-10 minuti a seconda della grandezza. Sfilettatela e servite i filetti con il sughetto. Potete cuocere l'orata anche in forno a 220 gradi per ca. 20-25 minuti. 


lunedì 18 luglio 2011

Finger-canederli finferli, pachino e cipolla di Tropea


Questo post dovevo pubblicarlo ieri, e la ricetta doveva partecipare al contest di About Food...ero in trasferta in Alto Adige...e indovinate un pò? Le foto erano a Padova...e quindi niente...ve la beccate oggi! :-(
Finiti gli esami (eh si è andato bene!!!) e stufa del caldo patavino, sono tornata tra i miei monti per un pò di refrigerio, e cosa mi ha accolta??? Un tempaccio!!! Io mi vedevo già bella rilassata a fare passeggiate nei boschi, a prendere il sole in terrazza, a rinfrescarmi nella piscinetta gonfiabile...(ho poi anche scoperto che mio padre l'ha data via...grrrr)...NIENTE! Decido di rimanere chiusa in casa a lavorare alla tesi e per consolarmi, sabato decido di mettere a posto un po' di foto e soprattutto di scrivere con tutta calma il post per "L'estate in un boccone"...ed ecco la ciliegina sulla torta, la macchina e la scheda dimenticate sulla mia scrivania a 300 km...che amarezza!!! 
Vabbè...recuperate le foto, eccovi il post riciclato e 'sintetizzato'...
'Devo dire che i fingerfood mi stuzzicano parecchio, soprattutto in estate. Sono paratici e molto easy, ideali per cene, grigliate ma anche pic-nic tra amici....e poi le porzioni piccole permettono di poter preparare/assaggiare varie pietanze...cosa che mi piace un sacco!!!! Stuzzichini salati, ma anche dolci, ci si può veramente sbizzarrire...e l'altra cosa che mi piace è pensare a come presentarli/servirli...basta veramente poco...sono già così carini'

Per il contest avevo pensato a presentarvi uno dei miei cavalli di battaglia di questa stagione, ma in versione "boccone", i canederli con i finferli! Lo so, sono tremenda: torno a casa per pochi giorni e già mi faccio travolgere dalla mia altoatesinità...ormai non ne potrete più di canederli...ma a chi non avanza del pane in casa? E che ci si fa col pane raffermo???? E poi senza seguire ricette, senza attenersi alla tradizione...ficcateci dentro quel che vi pare!!! Sono buoni sempre! ;-)

Canederli finferli, pachino e cipolla di Tropea (fingerfood-style)
Per le regole auree sul come fare i canederli, vi rimando qui ;-)
400 gr di pane raffermo


500 gr di finferli
1 spicchio d'aglio
1 cipolla di Tropea
10 pomodorini pachino
3 uova
250 ml di latte
1 cucchiaio di prezzemolo
1 cucchiaio di erba cipollina 
eventualmente un pò di farina 
1 noce di burro
olio EVO
sale qb
Tagliate il pane a cubetti piccoli e versateci sopra il latte tiepido. Tritate la cipolla e fatela appassire nel burro (tenete poi da parte la padella). Strizzate un pò il pane e aggiungete la cipolla, il prezzemolo, l'erba cipollina, il sale, le uova. Amalgamate il tutto e fate riposare. Nel frattempo pulite i funghi e tagliateli a pezzettini piccoli. Saltateli in padella con lo spicchio d'aglio e poco olio per qualche minuto a fiamma vivace, poi abbassate la fiamma, coprite con un coperchio e cuocete per 5 minuti. Tagliate i pomodorini a pezzetti piccoli e asciugateli bene con della carta da cucina. Aggiungete i finferli e i pomodorini all'impasto e se necessario aggiungete un pò di farina. Mescolate bene con le mani, bagnatele  con acqua fredda e formate dei piccoli canederli (ca. 4 cm di diametro). Cuoceteli in abbondante acqua salata, finché non vengono a galla (ca. 8-10 minuti). Abbrustoliteli nella padella che avete tenuto da parte e servite come fingerfood. 



giovedì 14 luglio 2011

Schiaffoni...ma non in faccia

Adoro la pasta, e devo dire che quella Garofalo è sicuramente di qualità superiore, e quindi io compro quella (no, non mi pagano per dirlo...è la semplice verità). Il mio formato preferito sono gli schiaffoni alias i paccheri, anche sé questo titolo se lo sono contesi a lungo con i radiatori!!! Vabbè tutto sto preambolo per divi che l'altro giorno, ispirata dalla foto di copertina del numero di giugno di La Cucina Italiana, mi sono fatta un bel piatto di schiaffoni...buonissimissimissimi!!! Dovete assolutamente provarli!
Ero partita con la voglia di acciughe e quindi mi stavo fiondando sui bigoli, ma poi quando ho aperto la dispensa ho visto loro...amore a prima vista (e forchettata)...erano così belli, lisci, grandi, quasi croccanti, con quel buco enorme in mezzo al quale le acciughe potrebbero tuffarsi benissimo, nel quale si raccolgono/nascondono un sacco di sapori, pronti a stupirti ad ogni forchettata!!! Come si fa a resistergli???? E quindi ho scelto loro (scusate bigoli, prometto che la prossima volta tocca a voi) e me li sono pappata tutti! ;-) Guardate, non sono invitanti???? E sono anche sprint!

schiaffoni 1

Schiaffoni estivi (dosi per 4 persone)
360 gr di schiaffoni Garofalo (o paccheri)
4 zucchine piccole
una ventina di pomodorini pachino
8-10 acciughe sott'olio
1 mozzarella 
1 spicchio d'aglio
olio EVO
sale e pepe

Tagliate le zucchine a piccoli dadini. Saltatele in 2 cucchiai d'olio insieme all'aglio per qualche minuto. Aggiungete le acciughe, abbassate la fiamma e fatele sciogliere. Nel frattempo fate bollire l'acqua e cuocete la pasta in abbondante acqua salata. Tagliate i pomodorini a metà, e saltateli insieme alle acciughe per 1-2 minuti. Scolate la pasta abbastanza al dente, tenendo da parte 1 mestolo di acqua di cottura e saltatela insieme al sugo per 1 minuto, aggiungendo l'acqua di cottura se necessario. Strappate la mozzarella in modo da avere piccoli pezzetti e amalgamatela alla pasta solo in ultimo, prima di impiattare. Servite con un filo d'olio EVO a crudo e una macinata di pepe nero.

schiaffoni 2

martedì 12 luglio 2011

Filetto di salmone selvaggio (e quindi felice!) allo zafferano

salmone selvaggio

Questo caldo mostruoso mi fa venire ancora più voglia di mare...e quindi oltre a mangiare tanta frutta, mi è venuta tanta voglia di pesce e quindi l'altro giorno sono andata a rifornirmi dalla mia pescheria di fiducia...guardo con curiosità il banco del pesce, sempre alla ricerca di pesci (e ricette) nuovi, ma imprescindibilmente freschi (faccio eccezione solo per i crostacei) e preferibilmente pescati!  Il mio occhio è stato subito catturato da dei tranci rossissimi, di un rosso talmente intenso che non saprei a cosa paragonarlo per descriverlo meglio...sicuramente era più scuro e intenso di quello del tonno crudo. Mi avvicino per studiarli, e leggo "salmone selvaggio". Mio padre, va spesso in Canada per lavoro, e ogni tanto porta il salmone selvaggio, ma non avevo mai visto un salmone di quel colore. Incuriosita, chiedo informazioni al simpatico pescivendolo, che tutto orgoglioso mi recita l'ABC del salmone selvaggio RED KING o reale, il più pregiato fra la sua specie. Caratterizzato appunto da una carne rossissima e soda, di qualità superiore, perché nuota liberamente nelle limpide acque al largo delle coste dell'Alaska e si ciba secondo natura. Le sue carni hanno un gusto intenso, sono povere in grassi, ma ricche di proteine e Omega-3...e pensare che io il salmone non lo compro quasi mai, appunto perché pensavo fosse molto grasso! Invece ci sono anche i salmoni "magri", che sguazzano felici e contenti in acque pulite, e che sono buonissimissimissimi...provatelo subito...fresco lo trovate solo fino a settembre!!!! 

Filetto di salmone selvaggio allo zafferano (dosi per 2) 
2 filetti di salmone (o 2 tranci) selvaggio (preferibilmente red king)
1 cipolla piccola (o mezza grande)
1 bustina di zafferano
mezzo bicchiere di vino bianco
olio EVO
sale e pepe

Scaldate 2 cucchiai di olio EVO in una padella antiaderente, e rosolate il salmone dalla parte senza pelle per qualche minuto. Salate e pepate. Aggiungete la cipolla tagliata grossolanamente e fatela appassire leggermente. Sciogliete lo zafferano nel vino bianco, aggiungetelo al salmone, cuocete per 2 minuti, girate i filetti di salmone e cuocete per altri 3-4 minuti, finchè l'alcol del vino non sarà evaporato. Serviteli con delle zucchine trifolate, con un' insalatina o delle semplici patate lesse. 

sabato 9 luglio 2011

La focaccia che lievita il cuore

focaccia3

Povero blog...ti ho proprio trascurato, per non dire dimenticato! Poveriiiiiino!
Come avevo scritto nel post di lunedì ieri ho sostenuto l'ultimo esame (si spera! era scritto e quindi tutto puó ancora succedere...un pó di scaramanzia non guasta in queste situazioni) della mia carriera di studentessa universitaria...e quindi martedì è cominciato il rush finale e la sottoscritta si è immersa completamente nello studio della meccanica dei tessuti biologici con ritmi veramente serrati, tali da farmi dimenticare qualsiasi bisogno fisiologico (cibo? bagno?) e quindi sciopero totale della cucina, almeno per me! Perché in realtà qualcun altro ci ha trafficato...il LUI! (probabilmente non gli sembrava vero di avere la casa/cucina tutta per se in questi giorni!)
Ed ecco la prova che sono una ragazza fortunata: torno a casa la sera tardi, provata da una giornata di studio intensa ed affamata (si, quando stacco sento le urla strazianti del mio stomaco che mi prega di cibarlo!!!)...e cosa trovo ad aspettarmi? Una super-focaccia handmade dal mio lui...e sottolineo handmade, perché quasi nessuno ci crede!
amico: "Ma l'hai fatta tu?"
Lui: "certo!"
amico: "No, secondo me è quella della Bui..."
Lui: "Mi stai offendendo!"
Vi giuro che  basta un morso per cancellare tutte le paure e tensioni pre-esame! E quindi un grazie speciale a Claudio, che oltre a viziarmi con la sua focaccia, mi ha sostenuta e soprattutto sopportata prima di ogni esame! ;-)
focaccia2


Ma veniamo a lei, la focaccia del mio LUI appunto, uno dei suoi cavalli di battaglia. E' nata casualmente, durante un rinfresco di Quasimodo (per chi non lo sapesse, il nostro lievito madre) ed è ormai in continua evoluzione, anche se questa che vi posto oggi secondo me non può migliorare: croccante fuori, morbida dentro, e bella alta...proprio come piace a me! Non ha seguito nessuna ricetta, ma semplicemente deciso di studiare il lievito madre, ispirato dal corso di Paoletta e Adriano e dal libro di Giorilli "Panificando" (consigliatoli da Adriano) e soprattutto ha fatto tanti tanti esperimenti...dovreste vedere la sua faccia soddisfatta e orgogliosa quando mi fa vedere il reticolo glutinico e mi spiega la chimica della lievitazione...è così tenero che mi "lievita il cuore" e riesco a dimenticarmi la cucina infarinata e incrostata ;-) 

focaccia1


Focaccia del rinfresco con pomodorini e rosmarino 


1) se siete amici del lievito madre, allora seguite il procedimento della focaccia del rinfresco, stendetela in una teglia rettangolare di ca. 20x30 cm e ben unta di olio EVO, lasciatela lievitare in teglia fino al raddoppio (ca. 2-3 ore a seconda della temperatura di casa vostra in questi giorni caldi) spennellatela con dell'altro olio, aggiungete i pomodorini tagliati a metà e spolveratela con rosmarino e sale grosso. Cuocetela in forno già caldo a 180 gradi, inserendo anche una teglia con dell'acqua, per mantenere una certa umidità, per ca. 20-25 minuti o fino a doratura.
2) se invece non siete amici del lievito madre, niente paura, c'è il buon vecchio lievito di birra che ci viene in soccorso: sciogliete un cubetto di lievito in un po' d'acqua tiepida. Fate una fontana con 250 gr di farina 00 e 250 gr di manitoba. Mettete al centro la soluzione di acqua e lievito, unite due cucchiai di olio EVO e salate. Impastate fino ad ottenere un'impasto morbido ed elastico. Fate lievitare fino al raddoppio, stendetela nella teglia unta e proseguite come sopra. 


Con questa ricetta partecipiamo al contest "Lievitami il cuore" di Mamma Papera
about food

lunedì 4 luglio 2011

Risotto del bosco


No, purtroppo questo weekend non sono riuscita a tornare tra i miei monti a farmi una bella passeggiata nel bosco, ma complici un pò di nostalgia,  un leggero calo delle temperature (che fa sì che io non mi cibi solo di insalta e frutta) e dei bei porcini trovati al mercato mi sono lanciata in  questo esperimento/pasticcio boscaiolo. Una piccola coccola in questo weekend, dedicato alla tesi ed allo studio (ultimo esame in arrivo venerdì!!! ;-) )! E' stato un fine settimana davvero impegnativo...sono riuscita ad infilarci pure un giro all'Ikea per progettare/definire/acquistare la nuova cucina della casa al mare...il tutto in sole 3, ma sudatissime, ore!!! Avevo le idee già chiare e devo dire che l'assistente Ikea che mi ha seguita, era davvero professionale. Capiva subito le esigenze (forse perchè era donna???) ;-) e poi è stato facile e divertente tutto sommato. A questa somma però, bisogna sottrarre l'arroganza e la lentezza dell'addetto al reparto armadi (e che ne so io che l'armadio Henskik non può mettere le maniglie Krakullen e che le ante Fjord non vanno con i pommelli Bribrakken???) e soprattutto i carrelli che derapano e le vecchine a cui piace fare l'autoscontro...è già, hanno trovato il coraggio di andare all'Ikea pure loro adesso...secondo me vengono abbandonate li dai parenti nei giorni più caldi...aria condizionata e divani a volontà, le mollano li e loro per divertirsi, in mancanza della briscola...autoscontro col carrello!!! ;-)

Comunque sono sopravvissuta e ho ordinato la cucina...così potrò rompervi le scatole con i miei pasticci anche da li! Buon inizio settimana!  


Risotto del bosco (dosi per 4)
350 gr di riso carnaroli
200 gr di porcini (potete ovviamente usare anche porcini secchi, con l'accorgimento di ammollarli in acqua tiepida prima)
100 gr di mirtilli
50 gr di lamponi
50 gr di more (potete usare anche frutti di bosco surgelati, decongelati prima dell'uso)
1 cucchiaio di burro
1 cipolla piccola
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di erba cipollina
50 gr di parmigiano
brodo vegetale q.b.
1 bicchiere di vino bianco
sale e pepe (vi consiglio quello bianco in questo caso)

Pulite i mirtilli, e frullateli, tenendone da parte qualcuno per decorazione e passate il frullato al setaccio per levare i semini. Lavate le more e i lamponi, tagliateli a metà, tenendone sempre da parte qualcuno per decorazione. Pulite i funghi e tagliateli a fettine. In una padella, rosolate lo spicchio d'aglio (io l'ho tenuto in camicia) con un filo d'olio EVO, aggiungete i funghi e saltateli a fuoco vivace per qualche minuto, abbassate poi la fiamma e portate a cottura aggiungendo qualche cucchiaio di brodo vegetale (ca. 10 minuti). Nel frattempo tritate la cipolla, appassitela nel burro, aggiungete il riso e tostatelo bene. Aggiungete i funghi, sfumate con il vino bianco e quando sarà evaporato, portate a cottura il riso aggiungendo gradualmente il brodo. Poco prima della fine della cottura, aggiungete il passato di mirtilli, e i lamponi e le more tagliati a metà. Amalgamate bene, finite la cottura, mantecate con il parmigiano (e altro burro se volete), aggiungete l'erba cipollina e salate e pepate se necessario. Fate riposare il risotto per 2 minuti e decorate ogni piatto con i frutti di bosco tenuti da parte.